La gentilezza è il futuro delle aziende
Frenesia, stress, ritmi serrati e scadenze da rispettare. Quando si parla del proprio luogo di lavoro, difficilmente lo si associa alla gentilezza… ed è proprio questo uno degli errori più grandi delle aziende.
Non lo diciamo noi: lo dicono gli studi. Un’indagine di InfoJobs rilasciata a inizio 2020 svela che, su un campione di 1350 persone, il 78% di essi ritiene che la gentilezza dovrebbe essere una soft skill che fa la differenza nella valutazione dei candidati ad un impiego. Ben il 93%, inoltre, ritiene che una leadership gentile migliori l’ambiente lavorativo, rendendolo più sereno e produttivo. Sono tuttavia più frequenti i gesti di gentilezza da parte dei colleghi (64%) e dei clienti (28%), piuttosto che da parte dei capi o di chi riveste ruoli dirigenziali (18%).
Ma la gentilezza fa bene non solo quando la si riceve. Uno studio del 2018 ha dimostrato come i piccoli gesti altruisti siano contagiosi e ispirino gli altri a comportarsi con gentilezza e, al tempo stesso, fungano da “rinforzo emotivo” personale, portando chi li compie ad uno stato di benessere.
L’importanza della gentilezza e della prosocialità in ambito professionale è ulteriormente dimostrata dai crescenti studi di psicologia del lavoro e del benessere organizzativo, oltre che dal passaggio da “ufficio del personale” a “sviluppo risorse umane” nelle aziende. Un vero e proprio cambio di attenzione, dove il focus non è più la semplice gestione amministrativa dei dipendenti, ma la loro crescita.
Ma c’è un problema: questa realtà è ancora troppo poco conosciuta. Sebbene il cambiamento sia evidente nel mondo aziendale, sono numerosi i dipendenti di altri settori che non si sentono riconosciuti o valorizzati dai propri datori di lavoro. Basti pensare alla rabbia di chi, lavorando nei supermercati o in altre strutture di prima necessità, si è sentito apprezzato per la prima volta solo durante il periodo di lockdown dello scorso marzo.
La direzione futura, tuttavia, è inequivocabile. E allora perché aspettare? Parliamo di gentilezza, di lavoro e di gentilezza sul lavoro, ma parliamo anche di risorse, di talenti, di sviluppo, di cultura e di potenzialità. Il lavoro non è solo fatturato, non è portare a casa lo stipendio per sopravvivere: è molto di più. È fatto dalle persone, con le persone e per le persone. Tutte le aziende dovrebbero investire su di loro. E quale migliore investimento del creare un ambiente gentile con un’adeguata rete di supporto?
Abbiamo approfondito la questione sulle storie delle nostre pagine Facebook e Instagram, parlando della conseguenza più estrema della mancanza di gentilezza sul lavoro: il burnout. In alternativa, potete saperne di più dando un’occhiata al nostro ebook Emozioni in movimento o iscrivendovi al nostro canale YouTube!