Non tutto è per forza amore
“Mi piace, ma ho paura di soffrire“. Quante volte, sul nascere di un sentimento, abbiamo sentito pronunciare queste parole? E quante volte quest’emozione è stata accantonata e sepolta già in partenza, proprio per via di quella paura?
Che lo si provi per la prima o per l’ennesima volta, trovarsi di fronte all’amore è sempre un po’ spiazzante. Investire qualcuno di un sentimento così forte non è certo all’ordine del giorno e, come se non bastasse, i nostri più che giustificati timori possono essere magnificati dall’ideale di amore romantico. Quello da film, per intenderci, o addirittura delle fiabe che ci raccontavano da bambini: lui vede lei, lei vede lui ed è subito amore a prima vista. I due si inseguono e disperano desiderandosi, si sentono vuoti e incompleti senza aversi, finché poi non si incontrano e conquistano per vivere il loro lieto fine. Il principe e la principessa vissero per sempre felici e contenti. Indubbiamente affascinante, per carità… ma tutto qui?
Ancora oggi abbiamo la forte tendenza a misurare la realtà con questo ideale. Basti pensare alla maggior parte delle canzoni pop e reggaeton che spesso ci propongono in radio, specialmente durante il periodo estivo: storie intense e passionali, che non di rado i ragazzi cantano a squarciagola pensando a qualcuno e facendone il loro inno d’amore. Fior fior di dediche nelle didascalie dei post o nelle storie di Instagram a ritmo dei tormentoni degli artisti più famosi. Sì, peccato che quello di cui si parla in questi brani non è amore, ma attrazione. E non è la stessa cosa.
L’amore, quello vero, si costruisce con il tempo. E dal momento che questo “periodo di incubazione” è caratterizzato da un forte investimento emotivo ed energetico nei confronti dell’altra persona, è più che legittimo avere un po’ di paura. Paura di buttarlo via, quel tempo, e con esso tutte le risorse che abbiamo messo in gioco. Paura di buttare via parti di noi, sacrificarle per qualcuno che non è disposto a prendersene cura. Ma d’altra parte, come ogni investimento, c’è bisogno di tempo per giudicarlo buono o meno.
Quello che possiamo fare, forse, è ridimensionare il nostro ideale di amore. Perché no, non sempre basta uno sguardo per piacersi, e non tutto è per forza amore. Allarghiamo le nostre definizioni: cosa proviamo in compagnia di quella persona? Sentiamo un’attrazione a livello fisico o mentale? Si tratta di una simpatia o di una complicità che ci piacerebbe approfondire? Solo un ascolto attento e reale nei confronti delle nostre emozioni ci permetterà di capire quanto vogliamo realmente investire sull’altro e in che modo. Comprendendo meglio i nostri desideri, riusciremo anche ad instaurare una sana convivenza con quella paura di soffrire. E chissà: magari, prima o poi, decideremo anche di cambiare casa.