Meglio essere che ostentare
L’immagine di oggi non è altro che la copertina di Saper presentare, saggio di Ruth Ann Lake che spiega alcune regole basilari del public speaking. Come si può dedurre, l’uomo in primo piano lavora in un’azienda e si trova a dover presentare ai dipendenti l’andamento delle vendite del trimestre.
Se è vero che alcune occasioni, specie nell’ambito professionale, richiedono un certo “savoir faire”, il consiglio è quello di non ostentare comportamenti che non ci appartengono durante una presentazione.
Seguendo alcuni semplici consigli, è possibile intraprendere un discorso mantenendo uno stile personale, senza perdere tono né professionalità. Snaturandoci, il rischio è che chi ci ascolta non ci percepisca come sinceri.
Facciamo subito un esempio, tornando al nostro omino in copertina: poniamo caso che non si sia occupato in prima persona di seguire le vendite del trimestre e che, durante la presentazione, stia facendo le veci di qualcun altro. Qualcuno, verso la fine della riunione, alza la mano e gli pone delle domande di chiarimento. E lui non vuole certo sembrare impreparato! Così comincia ad elencare alla rinfusa tutto ciò che sa sull’argomento, anche le cose meno attinenti. I colleghi si scambiano sguardi confusi.
Spesso abbiamo la convinzione che più cose diciamo e più risulteremo credibili, perché dimostriamo di sapere. Purtroppo quantità non è sinonimo di qualità, ancora di più in un discorso improvvisato come quello che il nostro protagonista ha dovuto affrontare.
Non si può essere preparati su tutto, questo è inevitabile. Ma allora come possiamo fare quando ci troviamo a dover dare una risposta che non conosciamo pienamente?
Innanzitutto, non sforziamoci di dimostrare nulla. Manteniamo il nostro stile, senza pensare che sia necessario apparire più sapienti o competenti. La sincerità in questi casi paga. Nel caso di prima, possiamo quindi ammettere con tranquillità che altri hanno avuto un ruolo in prima linea nella faccenda.
Cerchiamo poi di mantenere sempre un certo ordine tra i contenuti che presentiamo. Dire tanto equivale a non dire niente, se non c’è un perno attorno al quale far ruotare il discorso. L’ordine migliore (e anche più facile da pensare) è quello cronologico: Dale Carnegie, grande studioso della comunicazione, affermava infatti di dire ciò che stiamo per dire, poi dirlo, e poi dire quello che abbiamo detto. Questo gioco di parole un po’ complesso, in pratica, ci consiglia di affermare prima ciò che è stato fatto in passato (es: “siamo partiti da questa situazione per poi avere un incremento nelle vendite”), poi di chiarire la situazione attuale (es: “al momento ci stiamo occupando di monitorare eventuali cambiamenti”) e infine di proiettarsi nel futuro (es: “stimiamo che nei prossimi mesi ci possa essere un’ulteriore crescita”).
Provate a mettere in pratica questi suggerimenti e, se volete, contattateci per scoprire qual è il VOSTRO stile di comunicazione con il programma Freestyle!
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