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28 Feb

Dare un nome alle proprie emozioni, aka l’alfabetizzazione emotiva

📸: Valeria Vetri – Con testi e contrasti

❓ FEELINKS RISPONDE…
Dare un nome ad un’emozione ci permette di codificare il messaggio che essa ci vuole comunicare e ci aiuta a identificare l’azione giusta per affrontare quella situazione. 💬

Le emozioni hanno un’azione immediata su di noi e spesso ne veniamo sopraffatti, tanto da agire in modo repentino e senza capire il messaggio che ci vogliono trasmettere. Gli eventi e l’ambiente attivano istantaneamente il nostro “database di allerta emozionale”, che genera degli impulsi nel giro di 200 millisecondi; questo comporta che abbiamo poco tempo dall’attivazione delle emozioni al tempo di azione. ⏰

Ecco perché non è solo utile, ma anche importante riconoscerle attraverso la cosiddetta ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA: più le conosciamo e meglio possiamo mettere in campo azioni funzionali al momento! E se noi adulti diventiamo sempre più abili in questo, potremo trasmettere la nostra capacità anche a chi ci sta accanto, alle persone nuove che incontriamo sul nostro cammino e ai più piccoli, creando così un circolo virtuoso che si alimenta all’infinito. 🔄

Un esempio concreto? Pochi sanno che la funzione della paura è quella di evitare o ridurre un danno e che la proviamo quando abbiamo la sensazione di essere danneggiati. Sì, si parla di SENSAZIONE, perché spesso la paura è fortemente condizionata dal nostro pensiero, da episodi passati o esperienze non dirette, raccontate da altri. Pensate al fruscio tra i cespugli mentre camminiamo nei boschi… a cosa ci fa pensare immediatamente, forse ad un serpente? 🐍

Noi funzioniamo così. Sapere che spesso le emozioni sono condizionate ci farà prestare attenzione e ci permetterà di verificare se effettivamente quel pericolo è reale oppure no. E così per tutte le emozioni. ❤️

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