Speciale: il diritto alla salute psicologica
#lasalutepsicologicaèundiritto: questo è l’hashtag lanciato dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine Psicologi) in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia che avrà luogo il 10 ottobre, assieme alla Giornata Mondiale della Salute Mentale.
Cos’hanno in comune? La sensibilizzazione a temi quali la crescita personale e l’ascolto empatico dei bisogni propri o altrui, anche attraverso l’aiuto di un professionista serio e formato. Sì, ma come si fa a riconoscerlo? Ecco tre punti chiave che permettono di capire quando la relazione d’aiuto si rivela efficace:
- Il non giudizio. Il professionista non critica né sminuisce le nostre difficoltà, ma impara a vederle dal nostro punto di vista e a comprenderle nel profondo.
- Il pacing. Abbiamo già descritto questa famosa tecnica di comunicazione nell’articolo Sapere da che parte voltarsi quando si comunica. Nel mondo della salute mentale, possiamo dire che il professionista ci accompagna nelle nostre scoperte senza forzarle, ma seguendo il nostro naturale andamento e adattandosi al nostro passo.
- L’approccio. In Terapia VS Crescita personale abbiamo analizzato alcune tra le più importanti forme d’aiuto esistenti oltre allo psicologo, ma un’altra cosa fondamentale da sapere è che non tutte possiedono lo stesso tipo di approccio. Di fronte ad uno stesso problema, infatti, è possibile che ognuno si focalizzi su aspetti diversi e, in alcuni casi, una figura potrebbe risultare più efficace di un’altra. Insomma, non è la nostra difficoltà ad essere sbagliata, né tantomeno lo siamo noi; si tratta solo di trovare la persona che possa guidarci al meglio!
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