Essere responsabili
Paolo lavora ai vertici di una grossa azienda e tutti in ufficio lo conoscono per la sua grande esperienza nel settore. È un tipo puntuale e preciso e per questo esige altrettanto dai suoi dipendenti. Un giorno Marco, un giovane collaboratore, commette un errore nella presentazione di un prodotto di fronte ad alcuni clienti. Inutile dire che Paolo lo fulmina con lo sguardo! Al termine del meeting, i clienti dichiarano di non essere interessati al prodotto e se ne vanno. Non appena lasciano la stanza, Paolo è furioso: questo progetto per lui è importantissimo, una sconfitta proprio non ci voleva. Guarda Marco con disprezzo e gli dice: “Con quel tuo errore abbiamo perso credibilità. È tutta colpa tua!”.
Sarebbe bastato chiedere il parere di Marco per avere un altro punto di vista: non ha mai avuto un ruolo in prima linea per via della sua giovane età e, oltre a non aver mai presentato autonomamente un prodotto, si è trovato a sostituire un collega più anziano e ha reperito le informazioni autonomamente. Nessuno gli ha insegnato come fare quel lavoro!
Marco, in un secondo momento, decide di riferire il tutto a Paolo, ma opta per un approccio diverso da quello del capo: “Sig. Paolo, so di aver commesso un errore e mi dispiace. Ritengo che quanto accaduto sia dovuto alla mia poca esperienza. Se vorrà spiegarmi meglio come funziona il progetto e cosa posso fare per rimediare al mio errore, sarò felice di ascoltarla“.
Mai come in questo periodo siamo chiamati al senso di responsabilità. Generalmente a tutti noi piace pensare di essere persone indipendenti ed equilibrate, ma è proprio per questo che tante volte confondiamo la responsabilità con la colpa, un po’ come ha fatto Paolo in questa storia!
Siamo responsabili SOLO E SOLTANTO delle nostre azioni. Non possiamo controllare gli errori e i comportamenti degli altri… ma possiamo modificare il nostro modo di rapportarci ad essi. ❤️